E’ giunta l’era del pluriball che non scoppia più?
Il pluriball, più noto sul mercato come bolle d’aria, carta scoppiettina etc etc, è un materiale da imballaggio estremamente diffuso. Lo si vede spesso nelle scatole come imballaggio, perché utilizzato come protezione durante il trasporto ed evitare che la merce subisca spiacevoli danni.
Ma il pluriball (chiamato dai suo inventori Bubble Warp), come tante delle invenzioni del nostro secolo, non è nato per questo: la sua storia inizia nel 1957 quando gli ingegneri statunitensi Alfred Fielding e Marc Chavannes, che poi fondano la Sealed Air, brevettano questa invenzione pensata inizialmente come tappezzeria. Ma il mercato non risponde positivamente a questo prodotto e i due ingegneri passano al piano B: venderlo come isolante termico per l’edilizia. Nel 1961 ecco l’intuizione che cambia tutto: approfittare del crescente mercato delle spedizioni su gomma e trasformare il pluriball in un materiale da imballaggio.
Il pluriball, che ci accompagna con il suo piacevole scoppiettio antistress da circa 50 anni, sta però sentendo il cambio del mercato e soprattutto di necessità.
Negli ultimi 10 anni questo prodotto ha visto calare sensibilmente le sue vendite in favore di materiali alternativi. La causa è sostanzialmente riconducibile al diffondersi delle vendite on-line e la crescita delle spedizioni di piccola scala che necessitano di limitare al massimo l’incidenza dell’imballaggio nelle spese di spedizione.
La ragione principale dietro la flessione è che il Pluriball occupa troppo spazio! Essendo troppo ingombrante, ma al tempo stesso leggero, la sua spedizione può raggiungere costi proibitivi che spesso superano il valore del prodotto stesso.
E’ un’assurdità vero? Capiamo bene che questa sua caratteristica poco si sposa con le crescenti esigenze del mercato, che sia quindi la fine di un’era?
A quanto pare si, perchè la Sealed Air e i suoi ingegneri hanno elaborato la soluzione: iBubble Warp, un prodotto che nasce sgonfio e viene gonfiato solo a destinazione, utilizzando una speciale pompa fornita ai clienti. A conti fatti, significa ridurre a un cinquantesimo lo spazio occupato durante il trasporto. Un enorme beneficio per tutti, anche per l’ambiente.
L’immagine qui a fianco rende bene l’idea di quali siano i volumi: per trasportare lo stesso quantitativo di materiale gonfio, ci vogliono 47 tir!
Il rovescio della medaglia è che facendo così le bolle non scoppiano più!
Per gonfiare le bolle a destinazione occorre che queste siano comunicanti: una singola bolla scoppia, molte bolle collegate insieme si sgonfiano. Niente più “pop” insomma…
Resta anche da valutare se questa soluzione sarà efficace come la versione tradizionale nella protezione del materiale. Sgonfiandosi infatti molte bolle insieme, in caso di rottura di una bolla lo stato protettivo potrebbe venire meno. Ma attendiamo gli esiti, siamo sicuri che trattandosi di un’azienda così seria, non ci saranno di questi problemi.